Gli obiettivi e la trasformazione alchemica del presente

Patrasfrliamo giustamente molto di obiettivi in OEP3 così come in tutti i percorsi strategici motivazionali, dimenticandoci a volte dello straordinario valore del presente.

Qualsiasi obiettivo (di crescita, conseguimento risultato, guarigione o “riparazione”, acquisizione di nuove capacità, eccetera)  rappresenta un qualcosa che non c’è nella situazione del presente e che può essere generato.

Il rischio psicologico insito nel pensare a qualche obiettivo è la “negazione” del presente. Ad esempio sentirsi soli e desiderare l’amore come condizione di NON-solitudine, percepire scarsità e stress e pensare all’abbondanza  o alla serenità come condizioni di NON scarsità e stress, e così via.

La conseguenza di questa negazione è che l’obiettivo desiderato sia considerato come un nevrotico  o magico  “ritrovarsi già nella nuova situazione”, senza considerare la necessaria fase  di ricalibrazione,  acquisizione di nuove capacità, trasformazione  e auto superamento che porta inevitabilmente il cambiamento.

Il percorso che porta a conseguire un obiettivo è invece proprio  un percorso che parte dal presupposto di “fare la pace” con il presente, accoglierlo ed esplorarlo, considerarlo come il “meglio che si possa fare” in questo momento e riconoscerne il valore evolutivo.

Il cambiamento è esperienziale.

Un atleta che oggi salta due metri, può desiderare di saltarne tre e prefiggersi questo obiettivo. Se prova a saltare “sa già” che salterà due metri o poco più e sa perfettamente che potrà sentirsi frustrato dai risultati conseguiti. Starà a lui decidere se allenarsi fiduciosamente o abbandonare il proposito di auto superamento.

Analogamente, ognuno di noi sa perfettamente che i traguardi desiderati  non sono raggiungibili nella situazione attuale, altrimenti sarebbero già presenti.

Ma cos’è dunque, che rende possibile il passaggio dalla situazione attuale a quella desiderata?

La trasformazione alchemica del presente, ovvero il sereno monitoraggio del percorso quotidiano e delle sue frustrazioni, ristrutturando il significato che si da ai risultati e depotenziando le emozioni e i pensieri negativi.

Il presente va accolto e accettato. Liberandosi da inutili sensi di colpa, amandosi profondamente  e portando molta attenzione per scoprire quali automatismi, convinzioni, abitudini, percezioni, e illusioni impediscano oggi di migliorare le proprie performance.

Questo tipo di lavoro è il cuore stesso dell’Orientamento Energetico Psicofisico, perché ci permette di intervenire sul nostro “potere personale” e trasformare il significato che diamo a situazioni ed eventi. Questo è il lavoro che ci porta a evitare di sprecare energia.

L’alchimia è quel processo metaforico di purificazione che porta a trasformare il piombo in oro. Per trasformare qualcosa di grezzo, pesante e ordinario in qualcosa di puro e prezioso occorre impiegare dell’energia e disciplinarsi.

Se io oggi mi sento inquieto, annoiato, demotivato o insoddisfatto, desiderare uno stato di serenità, vigore e soddisfazione è perfettamente naturale e appropriato.

La prima cosa sensata da fare sarà accettare questo stato, non giudicarlo e non negarlo. Il secondo passo sarà quello di annotare scrupolosamente i momenti e le situazioni in cui mi sento così, cercando di ristrutturarne il significato.

Il saggio Einstein sosteneva che è “follia pensare di ottenere risultati diversi facendo le stesse cose”  questa consapevolezza mi aiuterà ad andare a caccia di autosabotaggi, convinzioni limitanti, emozioni e pensieri che – una volta riconosciuti – posso sostituire con qualcos’altro.

Così come un atleta che vuole saltare più in alto farà cadere l’asticella molte volte, anche io mi ritroverò molte volte immerso nel mio sentire sgradevole  e potrò scegliere che significato dare a questo risultato!

La matrice orientale dell’OEP3 ci insegna a ricercare e praticare la “presenza” proprio per evitare quel processo di identificazione che porta a “diventare” il nostro stato d’animo negativo.

Un conto è dire a se stessi “oggi mi sento triste e solo, riconosco che questa sensazione è una trappola, mi voglio bene lo stesso,  non mi giudico e voglio modificare il mio sentire” un altro conto è dire a sé stessi “oggi mi sento triste e solo” o peggio ancora “sono triste e solo”.

Praticare l’auto esplorazione fiduciosa significa contrastare la trappola mentale della “separazione” e aprirsi ad una visione più spirituale che da spazio alla magia della vita e alla sincronicità…

Nel presente c’è tutto quello che serve.

È nel presente che troviamo le chiavi per la nostra trasformazione, per la felicità, per l’abbondanza e la soddisfazione. È solo nel presente che possiamo “praticare” il meraviglioso (e faticoso) processo di trasformazione alchemica  che ci porta a  costruire un futuro migliore e conseguire i nostri obiettivi!!

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